[dal sito dell’Esercito Italiano] Nell’ambito della trasformazione della Forza Armata, la Brigata Paracadutisti viene potenziata grazie ad un nuovo Reggimento Artiglieria Paracadutisti. In tal senso, il 21 Giugno 2013 si è svolta la cerimonia durante la quale il 185° Reggimento Ricognizione Acquisizione Obiettivi Folgore (RAO) ha ceduto la propria bandiera di Guerra al nascituro 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti con sede a Bracciano (RM), che si affianca agli altri Reparti della Brigata.

185° REGGIMENTO ARTIGLIERIA PARACADUTISTI

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” C O M E   F O L G O R E   S E M P R E   E   D O V U N Q U E “

STORIA Il primo reparto di artiglieria paracadutisti si costituisce ufficialmente il 28 agosto 1941 a Tarquinia (VT); si tratta del I Gruppo di Artiglieria Paracadutisti da 47/32. L’unità sarà seguita dal II Gruppo il 15 gennaio 1942 e completata il 10 marzo 1942 dal III Gruppo, dalla batteria servizi reggimentale e dal Comando di Reggimento prendendo la denominazione di Reggimento Artiglieria per Divisione Paracadutisti nella quale è inserito. Il Reggimento dispone di 24 pezzi controcarro da 47/32 in ragione di 8 per gruppo (due batterie per gruppo ciascuna su 4 pezzi). Il 27 luglio 1942, con l’impiego africano della Divisione, il reggimento diviene 185° Reggimento Artiglieria “Folgore”. I suoi pezzi vengono disseminati nei centri di fuoco delle compagnie paracadutisti riarticolandosi prima su due gruppi su tre batterie ciascuno, quindi, con spirito tutto italiano, costituendo con materiale di “recupero” una settima batteria, mai ufficializzata, ma tenace quanto le altre sei. Rinforzato da artiglierie di vario calibro delle divisioni “Pavia” e “Trieste”, affronta lo scontro di El Alamein e, nell’impari lotta contro le soverchianti forze dell’8^ Armata britannica, il 185° segue le sorti della Divisione, scomparendo ufficialmente dai ruolini del Regio Esercito l’8 dicembre 1942. Il 1° luglio 1958 su disposizione dello Stato Maggiore, si ricostituisce in seno al 1° Gruppo Tattico Paracadutisti una Batteria di Artiglieria da Campagna Paracadutisti armata di quattro pezzi da 105/14, obice che seguirà la vita del reparto fino al 2000. Il 1° giugno 1963 la Batteria diviene Gruppo su due batterie obici e Reparto Comando di Gruppo e, il 16 dicembre 1966, riceve in custodia la Bandiera di Guerra del 185° Reggimento. Dal 1° ottobre 1975 riprende la numerazione del Reggimento divenendo 185° Gruppo Artiglieria da Campagna Paracadutisti “Viterbo” ed il 2 dicembre del 1975 costituisce la 3^batteria obici del gruppo passando a contare quattro batterie (1^ Draghi, 2^ Le Aquile, 3^ Diavoli, BCS Leoni) con 18 pezzi. Nel 1981 riceve in dotazione 18 mortai da 120mm e da quel momento è l’unico reparto dell’artiglieria italiana ad operare con doppio armamento. Il 1° luglio 1988 si costituisce la batteria di autodifesa controaerei stinger (Scorpioni) portando le batterie del Gruppo a cinque. L’ 8 settembre del 1992 il gruppo si riarticola in 1° Gruppo Artiglieria Paracadutisti entrando con le tre batterie obici/mortai e la sezione tiro e trasmissioni nel ricostituito 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti “Folgore” al quale fanno invece diretto riferimento la batteria comando e servizi e la batteria stinger. Nello stesso periodo porta il numero di pezzi ad 8 per batteria, per un totale di 24 obici e trasforma la “Sezione Tiro e Trasmissioni” in Batteria Tiro e Supporto Tecnico (Levrieri). Al rientro dal ciclo operativo balcanico dell’inverno 99-00, nel quadro della riconfigurazione in unità per l’acquisizione obiettivi, il 31 agosto 2000 viene sciolta la batteria stinger e la batteria tiro e supporto tecnico ed il reggimento assume la denominazione di 185° Reggimento Artiglieria Terrestre (Paracadutisti Acquisizione Obiettivi) “Folgore”. Il 1° Gruppo Acquisizione Obiettivi allinea tre batterie di acquisitori che dal luglio 2003 sono affiancate dalla 4^ batteria LRRP (Long Range Reconnaissance Patrol) ereditata dal 9° reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”. Oggi le quattro batterie acquisizione obiettivi hanno tutte stessa fisionomia e capacità. L’attività “fuori area” del 185° nel dopoguerra, inizia con la prima Missione Oltremare dell’Esercito Italiano; nel 1982 una batteria di formazione del Gruppo partecipa alla Missione in Libano. Per circa un decennio resterà l’unica attività svolta da reparti dell’esercito fuori dai confini. Ma gli anni novanta già bussano alle porte con il loro carico di novità tremende per la storia del Mondo e dell’Europa. Nel 1991, nell’ambito della Missione Airone, il Gruppo concorre alla costituzione del Gruppo Tattico Paracadutisti inviando suo personale in Iraq. E’ l’alba di un nuovo periodo storico per i reparti italiani che cominciano ad affacciarsi sulla ribalta internazionale. Fedele al suo motto “Come Folgore Sempre e Dovunque” il 185° è la prima unità impegnata nell’operazione “Vespri” in Sicilia, e subito dopo segue il ciclo operativo della Somalia mantenendo sempre una batteria mortai presente nell’organico del contingente salvo rischierarsi al completo a turno con i reggimenti di arma base. Quindi è la volta della ex Jugoslavia: il 185°, divenuto Reggimento è presente in tutte le missioni che coinvolgono la Brigata Paracadutisti, in Bosnia ed in Kosovo dove, per esigenze del Contingente, il 1° Gruppo del 185° riarma le sue tre batterie con l’obice semovente M 109 L. Dal momento della riconfigurazione in unità di Acquisizione Obiettivi, Distaccamenti del reggimento hanno operato nei Balcani, in Afghanistan ed in Irak. Dal 2004, in virtù dei nuovi compiti, muta la denominazione in 185° Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi “Folgore”. Nel 2013 viene ricostituito, con sede a Bracciano.

Medaglia d’Oro al Valor Militare

 Reggimento artiglieria paracadutisti della gloriosa Divisione “Folgore” in unione alle aliquote divisionali ad esso assegnate, per tre mesi, senza soste, si prodigò valorosamente in numerose azioni offensive e difensive stroncando sempre l’impetuosa avanzata del nemico enormemente superiore per numero e per mezzi. Nell’epica battaglia di El Alamein, stremato per le perdite subite, cessato ogni rifornimento di acqua, viveri e munizioni, con la fede che solo il più sublime amor di Patria può generare, respingeva sdegnosamente, al grido di “Folgore” ripetuti inviti alla resa, dimostrando in tal modo che la superiorità dei mezzi poteva soverchiare i paracadutisti d’Italia, piegarli mai. Attraverso innumerevoli episodi d’eroismo collettivi ed individuali, protraeva la resistenza fino al totale esaurimento di ogni mezzo di lotta imponendosi al rispetto ed all’ammirazione dello stesso nemico, scrivendo così una delle pagine più fulgide di valore per l’Esercito italiano (Africa Settentrionale, 22 luglio – 12 ottobre 1942; Battaglia di El Alamein, 23 ottobre – 6 novembre 1942).

Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito

Il 185° Reggimento artiglieria paracadutisti Folgore, inquadrato nelle Forze Italiane in Somalia, partecipava alle operazioni di soccorso alla popolazione somala prodigandosi con totale dedizione ed elevata professionalità nella pericolosa missione e confermando, in numerose azioni di rastrellamento per la ricerca delle armi ed in operazioni contro gueriglieri ed antibanditismo, l’altissimo livello di efficienza, il grande coraggio e la generosità dei suoi effettivi. Coinvolto in numerosi conflitti a fuoco reaggiva sempre con efficacia e determinazione mettendo in luce il valore militare, la capacità operativa e la fortissima motivazione dei propri uomini. Nonostante le gravi perdite subite in combattimento, continuava ad assolvere i compiti affidati senza flessioni con la fierezza e l’orgoglio di preservare nel tentativo di ridare sicurezza e soccorso umanitario al martoriato popolo somalo e nella determinazione di rendere onore alla patria lontana” (Somalia, 29 aprile 1993 – 7 settembre 1993).

stralcio di informazioni dal sito dei Congedati Folgore (www.congedatifolgore.it) “”””Come avevamo preannunciato, per dare maggior sottolineatura all’importante evento del 21 Giugno a Cecina, pubblicheremo in questi giorni tutti i discorsi tenuti dalle autorità. Il giorno della riconsegna della bandiera di Guerra al neocostituito 185mo reggimento artiglieria paracadutisti , infatti, è stato un evento particolarmente emozionante, ricco di significati, che segna una svolta positiva per la Folgore. L’esigenza nazionale di disporre di una organizzazione militare maggiormente rispondente ai requisiti moderni, ha spinto la Forza Armata ad intraprendere recentemente un profondo programma di revisione dello strumento terrestre prevedendo contrazioni, rimodulazioni e potenziamenti. Nell’ambito di quest’ultime misure rientra la ricostituzione della capacità di supporto di fuoco di artiglieria per la Brigata Paracadutisti attraverso la ricostituzione di un reggimento di Artiglieria Paracadutisti nella sede di Bracciano. Tali competenze risiedevano, sino all’anno 2000, nel reggimento paracadutisti sito in Livorno successivamente trasformato nell’attuale reggimento Acquisizione Obiettivi. La bandiera e le tradizioni del glorioso reggimento artiglieria paracadutisti, che partecipò ai combattimenti in Africa settentrionale con la Divisione Folgore, sono pertanto rimasti in seno al 185° reggimento Acquisizione Obiettivi che, forte della competenza, costanza, carattere e determinazione che ha sempre contraddistinto gli artiglieri paracadutisti, è riuscito a sviluppare nuove competenze e ruoli capacitivi nel settore del bacino Forze Speciali/Forze per Operazioni Speciali. Oggi infatti, Acquisitori e Paracadutisti del 185 reggimento Acquisizione Obiettivi giurerete di fronte ad un’ altro vessillo che testimonia la storia di tutti noi paracadutisti in quanto è la bandiera che appartenne al 1° reggimento paracadutisti del 1941, che per primo inquadrò i nuovi battaglioni di paracadutisti formati presso la Scuola di Paracadutismo di Tarquinia, e che successivamente assunse la denominazione di 185 reggimento fanteria Par. “Folgore” per poi divenire 185 reggimento fanteria Par. “Nembo” della Divisione Nembo distinguendosi durante il 2° conflitto mondiale in occasione della guerra di liberazione sul territorio nazionale prima e dopo l’armistizio. Infine, anche la storia recente di molti paracadutisti e’ legata a tale vessillo che appartenne sino al 1998 al 3° Battaglione “Poggio Rusco” che inquadrava i giovani allievi paracadutisti nell’ambito dell’allora Scuola Militare di PARacadutismo. “”””””